la terza vita di grange copeland

Alice Walker, scrittrice, poetessa, femminista e attivista per i diritti civili, è una delle autrici grazie alle quali negli anni ’70 si è parlato di Black Women Reinassance per indicare l’influenza esercitata dalle donne afroamericane, in ambito letterario e culturale, che segnò un’epoca ed espanse le coscienze della società nera, soprattutto nella sua componente femminile troppo spesso negletta e fagocitata all’interno del dibattitto sulla razza.

Fino a quel momento, la discussione intorno alla storia degli afroamericani, e della loro voce nell’arte e nella cultura, era stata veicolata e modellata dalla cosiddetta Black Aestetic che però risultava essere una sorta di blocco monolitico nell’assunzione che solo la “razza” fosse discriminante, unica base sulla quale fondare autodeterminazione e senso di appartenenza. Walker, al contrario, ha trattato la violenza di genere, oltre quella razziale, raccontando e denunciando – non senza ricevere critiche – l’oppressione subita dalle donne all’interno delle stesse comunità afroamericane.

L’autrice ha così fatto emergere e legittimato l’esperienza delle donne nere che avevano subito violenza per mano dei propri padri, mariti e figli, vittime dunque di una doppia discriminazione che avveniva non solo per il colore della pelle, ma anche per il genere.

la terza vita di George copeland
Alice Walker

Il lavoro più noto di Waker è senza dubbio Il Colore Viola – reso ancora più popolare dalla libera trasposizione cinematografica per la regia di Steven Spielberg – ma già con il suo primo romanzo, La Terza Vita di Grange Copeland, introduce le tematiche a lei care che saranno ricorrenti nel corso della sua opera che spazia da romanzi, a saggi, a poesie e racconti.

Per la stesura della Terza Vita di Grange Copeland, l’autrice prende spunto da un episodio che l’aveva segnata fin dall’adolescenza quando ebbe modo di osservare il corpo senza vita della signora Walker (nessuna parentela) uccisa dal marito con un colpo di pistola che le aveva dilaniato il viso. L’immagine di quella donna assassinata, inerme, con le scarpe lise e poveramente risuolate con carta di giornale, aveva accompagnato la scrittrice per gran parte della sua vita, finché riuscì a regalarle una storia tutta sua attraverso le pagine del suo primo romanzo. È anche per suo tramite che Walker riesce a dare una voce a quel mondo sottaciuto fatto di violenze che aveva afflitto generazioni di donne, incluse quelle della sua stessa famiglia e di quella di suo marito. Non a caso, il personaggio modellato sul ricordo della signora Walker si chiama Mem, dal francese même, ovvero “la stessa”. 

La terza Vita di Grange Copeland è ambientato in Georgia e abbraccia tre generazione della famiglia di cui il Grange Copeland del titolo è il capostipite. Copeland è un mezzadro, oppresso dai debiti e dalla vergogna, che via via si lascia andare a un degrado umano che sempre più spesso sfocia nella violenza contro sua moglie e suo figlio Brownfield finché, un giorno, li abbandonerà. Il ragazzo, una volta cresciuto, sposa Mem e sembra, grazie all’amore per lei, potersi allontanare dal solco di autodistruzione tracciato dal padre. La ragazza è soave, istruita e innamorata, ma Brownfield è ancora impregnato di odio verso il padre, ed è anche colmo di frustrazione per le condizioni di vita dalle quali non riesce ad affrancarsi. La rabbia sorda, feroce e inesprimibile verso i bianchi, e verso sé stesso, trova una via di sfogo proprio contro quella che un tempo era la donna amata. Ai suoi occhi la bellezza di lei diventa dunque arroganza, i modi garbati supponenza e l’istruzione un’affronto da riparare con botte e umiliazioni. Descrivendo questa dinamica, Alice Walker crea una narrazione intorno a quello che Madhu Bubey chiama “displaced effect“: le donne nere subivano la violenza dagli uomini neri impotenti nei confronti dei bianchi, e quindi decisi a rivalersi nei confronti delle donne, e spesso dei figli, ovvero sugli unici esseri sui quali potevano esercitare un dominio.

A funzionare da ponte tra l’ultima generazione – la più moderna e culturalmente libera – e la prima, arriva la piccola Ruth. La bambina è la figlia di Mem e Brownfield, e sarà in grado di smuovere e far affiorare la parte migliore di Grange Copeland instaurando un rapporto complice e affettuoso con il nonno. Nel legame tra i due, e nel desiderio di Grange di finalizzare gli ultimi anni della sua vita verso la protezione e la cura di una futura donna, Alice Walker fa intuire l’idea del cambiamento, nonostante la disperata ottusità che continua a flagellare l’animo di uomini come Brownfield che non riescono a perseguire altro che la prevaricazione.

Note

La Terza Vita di Grange Copeland è pubblicato da Edizioni Sur, la traduzione è a cura di Andreina Lombardi Bom.

 

 



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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